giovedì 14 maggio 2015

Sala degli Orazi e Curiazi.


Una delle sale più importanti del Palazzo dei Conservatori è la Sala degli Orazi e Curiazi.
Questa sala è ricca di affreschi, concepiti come arazzi stesi lungo le pareti, raffiguranti alcuni episodi della più antica storia di Roma.
Sui lati corti della sala sono contrapposte due monumentali statue di papi: una marmorea raffigurante Urbano VIII, opera di Gianlorenzo Bernini e dei suoi allievi; una in bronzo raffigurante Innocenzo X, opera di Alessandro Algardi.
L'incarico di decorare la sala fu affidato nel 1595 a Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, esponente di spicco del manierismo romano.
La conclusione dei lavori era prevista per il Giubileo del 1600, ma nel 1613 erano compiute solo le prime tre scene. Dopo una interruzione di oltre vent'anni i lavori terminarono nel 1640.
Il ciclo degli affreschi illustra, in ordine di esecuzione, i seguenti esempi:

Gli affreschi della sala degli Orazi e dei Curiazi.

Ritrovamento della lupa con Romolo e Remo (1596)
Faustolo scopre sotto i rami di un fico, sulla riva del Tevere, la Lupa che allatta Romolo e Remo. Nella figura della lupa è evidente il richiamo alla Lupa capitolina conservata nel palazzo e simbolo della città. 

Battaglia di Tullo Ostilio contro i Veienti e i Fidenati (1597-1601) 
Con vivacità, è rappresentato un episodio della guerra di espansione intrapresa dai Romani contro le città vicine al tempo di Tullo Ostilio, terzo re di Roma.

Combattimento tra gli Orazi e Curiazi (1612-1613) 
Episodio della guerra di Roma contro la vicina città di Albalonga che si concluse con un duello tra i rappresentanti di Roma, gli Orazi, e quelli di Albalonga, i Curiazi. Gli eserciti contendenti assistono alla scena finale del duello. 

Ratto delle Sabine (1635-1636)
In primo piano è il gruppo delle donne Sabine rapite dai Romani per popolare la città da poco fondata.
L'affresco, eseguito dopo circa vent'anni d'interruzione, mostra una tecnica pittorica più rapida e sommaria, propria della tarda maniera del Cavalier d'Arpino.

Romolo traccia il solco della Roma quadrata (1638-1639)
Narra la mitica fondazione di Roma. Romolo delimita i confini della città tracciando un solco con l'aratro.

Articolo di Gabriel C.

Nessun commento:

Posta un commento