lunedì 11 maggio 2015

Il generale di Tivoli

Uno degli esempi tipici dell’unione di elementi ellenistici e romani è la statua del Generale di Tivoli realizzata per un condottiero di Tivoli intorno al 70 A.C.
La celebrazione a Tivoli fa ritenere che si possa trattare di un individuo originario del luogo, probabilmente un luogotenente di Silla effigiato a proprie spese, o per onorificenza pubblica, nel più importante santuario della città dedicato al dio-eroe con l’appellativo di Victor, ossia protettore delle imprese militari.
La statua è stata rinvenuta durante gli scavi del 1925 nel Santuario di Ercole Vincitore di Tivoli.
Oggi la statua è conservata all’interno del Museo Nazionale Romano di Roma. Essa rappresenta un personaggio di età avanzata raffigurato con corpo giovanile e nudo.
Il mantello (paludamentum), che copre parte del ventre e delle gambe, e la corazza sbalzata con testa di Medusa (lorica) che funge da sostegno, lo identifica come un militare di alto rango.
E’ presumibile che il braccio destro, attualmente non esistente, fosse sollevato, come suggerisce la muscolatura del petto, e che la figura si appoggiasse ad una lancia. Tale schema deriva dalle raffigurazioni ellenistiche in “nudità eroica” (effigies achilleae).
I tratti del viso, solcato dai segni della vecchiaia, e con le labbra leggermente aperte, sono tipici della ritrattistica romana e contrastano con il corpo muscoloso tipico delle sculture tardo ellenistiche, così da rappresentare uno degli esempi più tipici di fusione tra l’arte ellenistica, con il suo carattere nobile, e quella romana, con il suo realismo fisico.

Articolo di Andrea D.

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