GDurante la rivoluzione d’Augusto era il pontefice massimo la figura preposta alla gestione dei calendari, di cui il Museo Nazionale in Palazzo Massimo a Roma, conserva le lastre dei Fasti Antiates e dei Fasti Prenestini; calendari che segnavano il tempo prima e dopo la riforma di Giulio Cesare nel 46 a.C.
Augusto, pontefice massimo, poté modificare l’organizzazione del tempo nel proprio Impero, introducendo festività in onore del principe e della Domus Augusta.
Rispetto al precedente uso, in cui venivano riportate esclusivamente feste legate alle divinità, I Fasti con Augusto diventano un vero e proprio strumento di propaganda della figura del princeps.
Il cambiamento porta con sé l’introduzione di nuovi riti influendo anche nella riorganizzazione della città con inedite cerimonie in spazi civici e monumenti pubblici.
I Fasti illustrano la rivoluzione che Augusto mette in atto attraverso la manipolazione del calendario all’interno del quale inserisce, accanto alle antiche feste sempre rigorosamente rispettate, nuove feste che ricordano episodi legati alla vita del princeps e della sua famiglia (nascite, morti, vittorie, onorificenze).
Questo cambiamento determina un nuovo modo di pensare e di vivere all’interno dell’Impero.
I calendari sono definiti anche “Fasti” poiché il termine indicava i giorni dell’anno in cui si poteva compiere l’attività amministrativa ed erano accompagnati dai Fasti consolari, ossia la lista dei consoli, e, nelle altre città, la lista dei magistrati locali.
Breve storia.
Il più antico calendario, di tipo lunare, è attribuito dalla tradizione a Romolo; composto da dieci mesi per un totale di 304 giorni, l’anno iniziava da Marzo.
L’aggiunta dei due mesi che precedono Marzo è attribuita a Numa.
Il calendario apparteneva alla sfera del sacro ed era dunque affidato ai pontefici: all’inizio esso era segreto e solo nel 304 a.C fu reso pubblico.
Nel 46 a.C fu necessaria la riforma di Giulio Cesare, allora pontefice massimo, che si avvalse delle conoscenze del celebre astronomo matematico Alessandrino Sosigene per modificarlo.
Struttura
Nel calendario la settimana era composta da 8 giorni, contrassegnati dalle lettere dell’alfabeto da A ad H, lettere che si succedevano in senso verticale nella prima colonna. Il nono giorno, contrassegnato dalla lettera A era il giorno delle fiere e dei mercati.
Nella seconda colonna erano indicati i giorni mancanti alle none e alle idi del mese corrente e alle calende del mese successivo; nella terza colonna erano segnate le cadenze fisse.
Fasti AntiatesMaiores
I calendari precedenti alla riforma di Cesare; questi rimasti in vigore fino al 46 a.C sono gli unici sopravvissuti
alla riforma.
I Fasti Antiates, sono stati composti tra l’ 84 e il 46 a.C.
Si conservano frammenti con 12 colonne relative a tutti i mesi, la tredicesima colonna, corrisponde al mese intercalare, per un anno dalla durata di 355 giorni.
Il nome dei mesi è indicato in alto all’inizio di ogni colonna, in fondo è riportato il numero del mese. Le feste indicate sono solo in onore degli Dei.
I Fasti Prenestini.
I Fasti Prenestini provengono da Praeneste, l’odierna Palestrina; erano esposti nel Foro, addossati a un emiciclo al centro del quale si trovava la statua del loro compilatore, VerrioFlacco, celebre erudito che Augusto aveva scelto come precettore dei suoi nipoti.
I Fasti Prenestini erano composti da dodici lastre marmoree leggermente concave, rinvenute
tra il 1769 e il 1771. I numerosi frammenti recuperati e ricomposti sono relativi ai quattro
mesi di gennaio, marzo, aprile e dicembre.
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