La bellissima scultura femminile, raffigurante la sensuale dea Afrodite , è colta in una posa insolita: è rappresentata accovacciata sulle ginocchia pronta a ricevere sulla schiena un getto d’acqua, durante il bagno sacro.
Un’altra interpretazione considera l’opera come una “posa pudica”: Afrodite, mentre si accorge di uno spettatore improvviso, voltando la testa cerca di coprire con le mani sia il seno che il pube.
Generalmente, questo tipo di statue venivano inserite in contesti acquatici (terme, fontane),spesso corredate da un piccolo Eros,che versa l’acqua sulla schiena della dea.
Questa opera è una delle tante copie romane in marmo, con diversi varianti di un originale bronzeo greco attribuito da Plinio il vecchio, allo scultore Doildalsas, attivo in Bitinia nel III secolo a.C.
Tra le innumerevoli copie romane realizzate, la migliore copia è considerata questa presente al Museo Nazionale romano di Palazzo Massimo; ne ritroviamo un’altra acefala (senza testa) e senza braccio al Museo del Louvre a Parigi.
Scritto da Petro L.
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